Tra le due rive c’è il fiume, il padre Esino che dà il nome alla città.
Di là, la città, comunità più vasta. Di qua, la piccola comunità – quasi condominio o famiglia – del quartiere Minonna.
Poi c’è il Ponte San Carlo.
Va detto il nome, perché, anche se è il ponte maggiore, ha fratelli più su e più giù, ma lui è il ponte. Con lui – e con i fratelli minori – le due rive si danno la mano.
L’Esino sa essere impetuoso con le piene o passare zitto, radendo le sponde, con la siccità.
Ma l’acqua benedetta, l’acqua dolcenera che affonda terra e ponte scava e allama e il ponte trema.
In un attimo, la breve distanza tra le due rive si allarga e Minonna, Montegranale, Mazzangrugno, Pian del Medico, Gangalìa, Santa Maria del Colle e tutte le colline e le comunità che guardano le valli gemelle del Musone e del Potenza si allontanano, distanze fisiche e psicologiche.
Il progetto del Circolo culturale Massimo Ferretti si articola in due tempi:
- il Ponte San Carlo: abbattimento, cantiere, ricostruzione;
- il quartiere Minonna, fisionomia, microcosmo sociale, centro e periferia, città e altro.
In questo primo tempo, protagonista è il Ponte:
l’allestimento del nuovo manufatto, con le tecnologie aggiornate.
l’abbattimento del vecchio, instabile e insicuro, roso dall’acqua e dal tempo;
il cantiere con il suo disordine e i suoi ritmi;
Inaugurazione - 11 dicembre
Sala Betto Tesei
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